R.E.gions2030 - Agrivoltaico come moltiplicatore di valore agricolo ed energetico. L’approccio di Limes Renewable Energy

Ci sono molte diverse definizioni di agrivoltaico, così come ci sono molti modi per sviluppare progetti di energia rinnovabile.

Quello che contraddistingue Limes Renewable Energy è il modo di accostarsi alle problematiche e ai parametri che definiscono un progetto energetico ben ideato ed affidabile lungo tutto il suo periodo di vita. In Limes, dai nostri diversi uffici nel mondo, ogni giorno, attingiamo a un know-how che si moltiplica e va ben oltre i pochi anni di vita di una start up che è già una realtà affidabile nel settore.

Il primo parametro chiave a cui leghiamo l’agrivoltaico è la “prossimità” di enti e attori coinvolti in un progetto di energia rinnovabile. E questo, a maggior ragione, vale in un progetto che per essere coerente deve rappresentare la compenetrazione e la convivenza di due mondi, quello dell’energia rinnovabile e quello della produzione agricola, per definizione ancorato alla terra. Dunque dall’unione di questi due mondi deve esprimersi un valore superiore alla semplice somma delle parti.

È utile ricordare i benefici di questa tipologia di progetti: per il mondo agricolo significa maggiori risorse, disponibilità di una fonte di energia pulita ed entrate monetarie da destinare anche al “core business”. Ma se il punto di partenza è un grado superiore di accettabilità sociale e territoriale per chi sviluppa e investe in impianti fotovoltaici, la naturale conseguenza è l’integrazione fra cicli produttivi e lo sviluppo di nuovi modelli produttivi.

Tanti sono gli argomenti a favore di questa soluzione. Secondo alcune analisi con meno del 1% delle terre classificate in Italia come agricole convertite ad agrivoltaico, raggiungeremmo rapidamente i traguardi 2030, senza pregiudicare in alcun modo la produzione agricola.

Agrivoltaico non è e non deve essere solo installare pannelli un po’ più alti, bensì un approccio legato a sviluppo e innovazione tramite buone pratiche. Per esempio, la capacità di selezionare le colture compatibili, creare con una buona progettazione dei rapporti tra luce e ombra e ottimizzare le condizioni per una migliore gestione delle risorse come l’acqua. O, ancora, utilizzando strutture con trackers monoassiali, adattare la tecnologia allo specifico sito e adottare accorgimenti progettuali specifici al tipo di coltura.

In Limes amiamo parlare di “ecosistema progettuale” per intendere soluzioni che moltiplicano il valore coniugando molti aspetti come autorizzazione, progettazione, manutenzione e sostenibilità ambientale. Facciamo tutto ciò lavorando in cooperazione sinergica con i proprietari dei terreni, imprenditori agricoli, agronomi e società di consulenza specializzate come SEA, spin-off dell’Università della Tuscia che è stato anche coinvolta nella preparazione delle linee guida a livello nazionale e che segue la progettualità agronomica di tutti i nostri impianti.

Infine, riteniamo che sia necessario essere ambiziosi e saper “andare oltre” soluzioni facili e scontate, ad esempio considerando il rispetto delle tradizioni o saperne agevolare la riscoperta: l’agrivoltaico può rappresentare anche una leva di sviluppo e un incentivo a rendere più competitive le attuali colture o rendere nuovamente profittevoli produzioni abbandonate.

In conclusione, quando Limes opera su progetti agrivoltaici è ispirata dalle parole di un agricoltore inglese incontrato sul campo. Ci disse: “non si tratta di produrre 10 unità di energia o 10 unità di cibo. Potrebbero persino essere sei unità di entrambi. Ma potremmo poi improvvisamente scoprire che le due metà sono più grandi del totale”.

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